mercoledì 27 gennaio 2016

Recensione: "La ragazza del treno" di Paula Hawkins



La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos'ha visto davvero Rachel? 





LA MIA RECENSIONE:

Ho visto acquistare questo libro a persone che non avevano MAI letto un giallo neanche per sbaglio. Così mi è venuta la curiosità e l'ho provato, essendo anche io una non avvezza a questo genere di narrativa. Ebbene, ho capito come mai abbia riscosso così tanto successo!

Iniziamo da ciò che si vede: la sovracopertina è quasi morbida e se la si toglie rimane un libro nero lucido. Fantastico!

In realtà sono tre le protagoniste: Rachel, Megan e Anna. Anche se si tende a vedere Rachel come l’unica protagonista.

Rachel ogni giorno percorre quella tratta ferroviaria due volte per andare e tornare dal lavoro. È una donna disperata, piatta, sull'orlo dell'alcolismo dopo che il suo ex marito, ora sposato con una nuova donna e con un figlio, vive nella precedente casa coniugale, proprio su quella linea ferroviaria.
Dal finestrino Rachel osserva quotidianamente una coppia e, in base agli atteggiamenti e ai loro gesti, ne immagina la vita. Quando però un delitto viene commesso, lei diventa investigatrice perché testimone delle azioni dei due.

L'investigazione è assolutamente assente, è tutto solo nella testa della protagonista: è lei che pensa, che riflette, che cerca di ricordare, che va in giro per la città a racimolare indizi, che cerca di capire che cosa sia successo..
E anche se verso la fine capisci cosa è successo veramente ancora prima che lo racconti lei, è proprio questo il bello: tu conosci la verità ancora prima che la protagonista lo ammetta a sé stessa, ed è come se temessi per lei.

Si legge in una giornata e scorre in modo molto fluido.





Approvato con il massimo dei voti!

3 commenti:

  1. Infatti è stato il mio primo Thriller e mi ha avvicinato al genere, promosso soprattutto per questo motivo e per la familiarità di alcune situazioni... insomma, chi non si è trovato su treni e bus a guardar fuori? >.<

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    1. È stato anche il mio primo!
      Io guardo sempre fuori dal finestrino ma per fortuna non faccio sempre la stessa tratta come Rachel ahah

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    2. Io ultimamente se guardo fuori dal finestrino mi sento male, quindi sono apposto :D

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